Nel 1898 Louis Cartier - a soli 23 anni - si associa al padre nella Alfred Cartier et Fils, assumendo il ruolo di mente creativa. Se si deve infatti la nascita di Cartier al padre Alfred - ed ancor prima al fondatore Louis Francois nato nel 1819 - a Louis, il primo dei figli di Alfred, va tutto il merito di aver proiettato il brand a status di una società ricca ed alla ricerca di raffinatezza.
Dalla fondazione si deve aspettare il 1873 per incontrare nei registri della Maison il primo orologio degno di firmarsi Cartier; più tardi a Louis si deve attribuire il consolidamento del settore dell’orologeria per il brand Cartier. Singolare inoltre, che questo primo orologio del 1873, archiviato con il numero 27, da tasca e denominato “egiziano” per le decorazioni che ornano il fondello e la chatelaine, risulti venduto a un “monsieur Santos”. Curioso perché proprio alla ricca famiglia brasiliana Santos, di cui un esponente di spicco risulta essere appunto Alberto Santos Dumont, andrà attribuito quello che poi diventerà il primo modello di orologio Cartier prodotto “in serie”, o meglio non inteso come pezzo unico.
(1) (2) Schizzo ed esemplare del 1928 Santos Dumont - fonte "Le temps de Cartier".
É il 1904 quando a Louis viene commissionato dall’amico Alberto Santos Dumont, un orologio che possa accompagnarlo nelle sue avventure aeree e gli lasci le mani libere di manovrare il mezzo, diversamente dagli allora più diffusi orologi da taschino.
Si ricordi infatti che agli inizi del 1900 era esclusivo uso delle donne portare ricercatissimi e minuscoli orologi da polso, quando invece gli uomini indossavano corposi orologi da taschino.
(1) Alberto Santos Dumont - fonte "Le temps de Cartier". (2) Alberto Santos Dumont - fonte "Le temps de Cartier". (3) Foulard anni 80, in seta, ritraente Alberto Santos Dumond.
In realtà la prima menzione di un orologio appare nei registri Cartier del 1853 con Louis-Francois, il fondatore della casa nel 1847, da poco trasferitosi con la propria gioielleria dalla rue Montorgueuil - mercato delle ostriche - alla più celebre e fascinosa rue Neuve-des-Petits-Champs, nei pressi di Palais Royal. E’ qui che il conte Alfred-Emilien de Nieuwekerke - scultore di fama, nonché curatore delle Belle Arti ed amico di Napoleone III - commissionò per la figlia dell’imperatore qualche gioiello. Grazie a questo primo facoltoso cliente, ben presto Cartier divenne fornitore ufficiale della Corte ed a tutti gli effetti un must per coloro che appartenevano alla società dei reali e di corte. In seguito arrivarono ordini di spille, cammei, bracciali e orecchini con pietre modeste, destinate a una ricca borghesia in espansione, o di piccola nobiltà, che voleva anch’essa appartenere a quella stessa società influente. Gli orologi allora prodotti dalla Maison, peraltro di medio livello manifatturiero in questo periodo, spesso venivano acquistati da fornitori esterni e rivenduti da Cartier una volta impreziositi da intarsi, catene, decorazioni in stile secondo impero. Dovremmo infatti attendere la maturità di Cartier, perché - arricchito dell’esperienza di aver portato le sue creazioni per tutto il mondo - si avventuri con artigiani selezionati a produrre i propri orologi e gioielli nelle forme e nature più audaci.
(1) Due esempi di pendulette: lancette fissate a dischi di cristallo di rocca con bordi dentati , mossi da meccanismi celati nella cassa 1924 - fonte "Le temps de Cartier". (2) Pendulette con quadrante in cristallo di rocca sfaccettato, lunetta in smalto nero, oro e corallo - fonte "Le temps de Cartier". (3) Foulard con disegno pendulette, in seta anni 80 - collezione Must de Cartier.
Ricordiamo tra questi Charles Jacqueau, divenuto ben presto pupillo di Louis, per il suo innato talento di disegnatore. Egli, creatore di gioielli famosi quali numerosi diademi e collane in stile ghirlanda (revival dello stile Luigi XVI), riuscì poi a liberare il proprio virtuosismo in creazioni che precorrono lo stile Art Deco, o capolavori ispirati all’arte del fiabesco mondo orientale: sia nel campo dell’orologeria che della gioielleria. Sono a lui attribuibili molti esempi di pendules mystérieuses degli anni ‘20, che renderanno Cartier indiscutibile padrone dello stile. La Maison, inimitabile ed avventuriera, aveva infatti Louis intento nel concepire la prima idea, mentre poi Jacqueau traduceva ed arricchiva l'idea in veri e propri disegni di produzione.
(1) Orologio Tonneau - fonte "Le temps de Cartier".
Tra gli artigiani eccelsi dell’epoca, richiamiamo anche la collaborazione di Cartier con orologiai di spicco quali Edmond Jaeger, poi associato con Le Coultre et Cie, nella creazione di movimenti per orologi sottilissimi quali il Tank, il Tortue o i modelli Tonneau, già presentati attorno al 1917, da considerarsi ancor oggi di stile a dir poco moderno e divenuti classici cavalli di battaglia Cartier.
Ripercorrere la storia di Cartier risulta affascinante essendo il racconto di un’evoluzione creativa di un unico brand di impronta familiare. In una tavolozza di scelte meticolose e precise, di principi fondatori del brand e dei suoi consegnatari, Cartier si distingue per la creatività, sapendo accompagnare la transizione del gusto da un decennio all’altro, per tutto il corso del Novecento. Sensibilità artistica, disponibilità economica, ricercatezza e raffinatezza: tutto ciò si ritrova nelle creazioni di Cartier. Dalla luce catturata nelle pietre utilizzate, alla sinuosità delle forme; dalla compostezza delle geometrie all’estrosità delle combinazioni cromatiche, dall’utilizzo di sottilissimi fili in platino alle sinuose curvature di intrecci d’oro: Cartier attraversa le epoche all’apice del canone estetico, distinguendosi sempre per artigianalità ed eleganza.